Dionaea muscipula Spotty
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Una delle mie piante preferite! Sa regalare spettacoli di colori davvero unici nel suo genere, eguagliati da pochi altri cloni.
Purtroppo però, come spesso accade, quando ci troviamo di fronte ad un clone così bello, sotto sotto c'è sempre qualcosa che non va... In questo caso, la "colorazione a macchie" di Dionaea Spotty è una caratteristica reputata NON stabile, in quanto quando diventa adulta perde la colorazione tipica e prende le sembianze di una normale dentata rossa (pur sempre bellissima). Unico rimedio a questa evenienza, che comunque in rari casi potrebbe non verificarsi, è continuare a fare talee.
Origine delle "macchie"
Dionaea “Spotty” è stata una delle prime piante a manifestare una mutazione della colorazione. In un primo momento, quando ci si trovò a fare i conti con questa novità per la prima volta, la conclusione più ovvia e largamente accettata era quella del virus. Tuttavia in seguito vennero fatte altre ipotesi per spiegare tale comportamento.
Traduco letteralmente l’intervento di un coltivatore su un forum Francese, nel quale cerca di dare una spiegazione alternativa al “Virus” per le macchie (spots) di Dionaea “Spotty”.
Questa è una spiegazione data da un coltivatore francese, che conosce veramente bene la genetica.
Dionaea “Spotty”, è una semplice Dionaea, con la particolarità di avere delle macchie rosse irregolari. La pianta è comparsa nel 2006, nata da un seme di Stefan Lessen (SL-017)
Sembrerebbe che durante la talea fogliare, certe plantule escano senza macchie, mentre le plantule (o piante) che si formano spontaneamente per divisione di rizoma, mantengano gli spots.
Dunque Dionaea “Spotty” è apparsa da una semina di Dionaea classiche, dove per caso una mutazione naturale si è trovata in una zona d’inserzione di un trasposone, in qualsiasi sequenza regolatrice del modo di biosintesi degli antociani responsabili del colore rosso dei tessuti di Dionaea. E secondo l’attività di questi trasposoni, potremo avere disattivazione dei repressori dell’espressione del rosso, e quindi potremmo avere espressione di rosso in tessuti che non dovrebbero averne. Detto ciò, non bisogna considerare questa cosa come una mutazione che tocca l’insieme dell’organismo, ma piuttosto una mutazione che può toccare una cellula e non la sua vicina..
Il trasposone può disattivare il gene dell’antocianina (più precisamente, uno dei suoi geni) in una cellual, non disattivarla in un altro gruppo di cellule, disattivarlo in un terzo gruppo, e cosi via, raggiungendo risultati come quelli in foto.
In ogni diversa linea cellulare di questa pianta, noi avremo o non avremo attivazione del rosso, che può dare gli spot rossi.
E’ grazie ad uno studio su un tipo mais, avente questo stesso aspetto bizzarro con spot, che Barbara MC Clintok ha scoperto i trasposoni nell’anno 1940, che le è valso il nobel nel 1983… 40 anni per la comunità scientifica, per comprendere il lavoro di questa ricercatrice e ammettere l’esistenza dei trasposoni, questi piccoli esseri del nostro genoma che operano senza che noi sappiamo realmente a cosa servono (a meno che non siano delle reminiscenze di un retrovirus)..
Tali caratteri, potrebbero anche essere dovuti a delle mutazioni nel genoma citoplasmatico… Una mutazione che permette una più grande espressione degli antociani, può aver luogo in un cloroplasto o in un mitocondrio, e la loro segregazione al momento della divisione cellulare avviene un po a caso ( o almeno non ne sappiamo più di tanto), ci possiamo ritrovare con delle linee cellulari piene di mitocondri o di cloroplasti che fanno esprimere il colore rosso o delle linee perfettamente normali..
E’ spesso un fenomeno di questo tipo che origina le piante con foglie variegate, che hanno una proporzione visibile dei cloroplasti non funzionali nelle loro cellule meristematiche e che di colpo danno regolarmente linee cellulari prive di cloroplasti funzionali che creano le variegature gialle o bianche.
E’ dunque per questo motivo che le piante con foglie variegate non sono stabili, a volte perdono il carattere variegato se tutti i cloroplasti non funzionali sono evacuati dal meristemaLa mutazione è acquisita da tutte le cellule discendenti di quella mutata e, siccome nei vegetali non si ha la differenziazione delle linee cellulari germinali (che originano i gameti) e somatiche (che costituiscono le parti dell’organismo che non producono gameti) non è facile da dire… Alcune mutazioni (tutte a priori, ma con delle probabilità più o meno forti) sono reversibili attraverso differenti meccanismi, ma questa è un’altra storia…
Per ciò che è l’estensione spaziale tutto dipende dalla cellula che ha subito la mutazione. Se è una cellula al centro di una foglia, solo questa sarà mutata. Se è una cellula del meristema, tutte le cellule discendenti da questa avranno la mutazione, in questo caso, più soluzioni, questa cellula e le sue discendenti spariscono dal meristema, allora solo una parte fissa della pianta avrà l’anomalia. Altro caso, le cellule mutate coabitano nel meristema con le cellule non mutate, allora si avrà una forma variegata (che possiamo anche qualificare chimerica). Terzo caso, la discendenza della cellula mutata prende il sopravvento nel meristema e tutti i tessuti originati da quest’ultimo porteranno la mutazione.L’esclusione della possibilità di virosi non può farsi sulla constatazione della non conservazione della forma per talea fogliare. (tradotto: Non si può dire che la “Spotty” abbia un virus, semplicemente vedendo che ha degli spot rossi)
Durante la taleizzazione da foglia, si ha una differenziazione delle cellule della foglia che vanno a ricostituire un nuovo meristema, sovente non si tratta che di poche cellule omogenee a livello genetico ( e spesso anche in carica virale), ciò che darà un meristema anch’egli omogeneo, da cui la perdita del carattere variegato.
Il fatto che questo carattere non si riproduce che per divisione, viene dal fatto che bisogna conservare un meristema variegato, ciò che si produce spesso quando un meristema si divide egli stesso in due.
Un po’ come quando per conservare il carattere variegato di una pianta attraverso la talea bisogna obbligatoriamente partire da un fusto variegato…
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